Siete nelle nostre mani…

Lo confesso.

Ho sempre adorato una breve favola di Andersen “I vestiti nuovi dell’imperatore”.

atlettureandersen

Quella nella quale l’Imperatore usciva nudo tra la folla e nonostante ciò il popolo ne elogiava l’abbigliamento.

Solo un bambino esclamava “Ma non ha niente indosso!” e, a quel punto, tutti i partecipanti della sfilata si accorgevano che l’imperatore era effettivamente nudo.

Ecco.

L’articolo “ LE LOBBY RINNOVABILI” e i prossimi articoli cercheranno di essere quel bambino.

Quel bambino cercava di dimostrare che bisogna avere una visione globale delle cose per non farsi influenzare dalle mode o dagli slogan.

In sostanza: “FONTI RINNOVABILI” non significa nulla!

Ma altre ragioni mi hanno spinto a scrivere l’articolo:

il tentativo di rendere argomenti, apparentemente complessi, di semplice lettura anche ai non addetti ai lavori, ai CITTADINI COMUNI. Ed è per questo che ho scelto le lampadine come metro di paragone in quanto simbolo di semplicità; senza avventurarmi in confronti da esperti come lo sarebbero stati esempi con gruppi di pompaggio intelligenti o motori con inverter. Ovviamente sta a voi cercare le lampadine/sprechi nelle vostre abitazioni e a noi progettisti cercarle negli edifici che progettiamo.

Ma soprattutto per dimostrare che siete COM-PLE-TA-MEN-TE nelle nostre mani,
e questa non è sempre una fortuna…

La Firma Energetica

In “LE LOBBY RINNOVABILI” era presente un gravissimo errore per un progettista termotecnico, un errore da radiazione dall’Albo degli Ingegneri, un errore talmente evidente di cui TUTTI avrebbero dovuto accorgersene, eppure solo un ingegnere, che quotidianamente affronta questi argomenti, l’ha scoperto.

E gli altri?

Progettisti di IMPIANTI FOTOVOLTAICI, casalinghe, ingegneri, operai, architetti, muratori, impiegati, geometri, medici, addetti ai lavori; nessuno che si sia accorto dell’errore, anche se io li avevo esortati a controllare i calcoli!

Per premiare l’abilità dell’unico attento lettore inserisco la sua correzione.

“…Mi limito ad analizzare le considerazioni che vengono illustrate, nell’articolo da lei riportato, in merito al bilancio energetico:

Il confronto energetico deve essere svolto comparando quantità omogenee e quindi confrontabili… è quindi corretto confrontare l’energia primaria risparmiata attraverso la produzione fotovoltaica con quella risparmiata dalle lampadine a basso consumo, quindi:

Per il PV: 2500 kWh / 0,46 (il rendimento medio del parco termoelettrico secondo la Delibera EEN 3/08 del 1/4/08) = 5435 kWh energia primaria risparmiata

Per le lampadine: 7869 kWh/anno / 0,46 = 17107 kWh/anno energia primaria risparmiata

Quindi la differenza tra le due opzioni è pari a 17107 – 5435 = 11672 kWh/anno”

Ebbene si.

Questo era l’errore presente, che sarà immediatamente corretto nell’originale.

Per carità, il senso dell’articolo resta lo stesso, anzi, dimostra che 44 lampadine fanno risparmiare molto di più, ma dimostra, soprattutto, come noi progettisti possiamo manipolare i calcoli, classificare a nostro piacimento un appartamento, un locale, un ufficio, un’industria senza che NESSUNO se ne accorga.

A questo punto, per dimostrare che, con l’attuale legislazione, siete COM-PLE-TA-MEN-TE nelle nostre mani, introdurrò un documento: l’Attestato di Qualificazione Energetica.

Documento che ogni progettista dovrebbe redigere e consegnare a chi ha acquistato un immobile, o chi ha richiesto la detrazione del 55% per interventi di riqualificazione energetica.

Esso rappresenta il riassunto di tutti i calcoli che il progettista ha svolto per progettare o analizzare un edificio ed è il documento che, temporaneamente in Piemonte, classifica un edificio come attualmente sono classificati gli elettrodomestici. Più è alto è il numero presente al punto (29) più la classe energetica dell’edificio è scadente (valori tipo ,D, F o G degli elettrodomestici).

Dovrebbe essere un documento fondamentale per gli interventi futuri e, in caso di compravendita, dovrebbe informare l’acquirente sulla bontà energetica dell’appartamento/capannone industriale/ufficio che andrà ad acquistare.

Il documento in questione, nonostante la correttezza dell’indice di prestazione energetico, pari a 208,12 kWh/m2 all’anno punto (29), è incompleto (spiegherò il perché nell’articolo GLI ATTESTATI DI QUALIFICAZIONE ENERGETICA).

Sfido adesso l’attento ingegnere a verificare, con il solo documento, eventuali errori nel calcolo dell’indice di prestazione energetica dell’edificio in oggetto.

IMPOSSIBILE!

Fornisco invece agli altri esseri umani questo documento, dove metto a disposizione su un grafico i calcoli eseguiti per ricavare il numero 208,12 kW/m2 all’anno.

In questo modo QUALSIASI ESSERE UMANO sarebbe in grado di verificare i calcoli di QUALSIASI progetto e nell’articolo “LA FIRMA ENERGETICA parte seconda” spiegherò ai miei attenti lettori come.

Una vera RIVOLUZIONE ambientale e, tra l’altro, NON VIOLENTA!

Finalmente IL POPOLO SOVRANO!

Ma come diceva un presentatore televisivo “la domanda nasce spontanea”.

Perché il legislatore italiano non rende obbligatoria la FIRMA ENERGETICA?

Chi potrebbe temere che i progettisti divulghino i propri calcoli e li rendano facilmente controllabili?

Non sicuramente i progettisti onesti. Per ottenere il numerino, se sono stato un professionista onesto, dovrò aver fatto dei calcoli dunque; perché dovrei aver paura a diffonderli?

Non le software house i cui programmi che eseguono i calcoli in modo corretto.

Non chi ha l’interesse a diminuire i consumi energetici.

Perché allora non rendere obbligatoria per legge la FIRMA ENERGETICA?

Forse perché i produttori di carta o di cartucce per stampanti diminuirebbero la loro produzione: gli uni di tanta carta inutile, gli altri di inchiostro?

Io, che redigo quotidianamente questi documenti, preferirei riceverne uno di semplice utilizzo che mi permetta di controllare facilmente i calcoli e VOI ?

Pertanto cari lettori a tutti i progettisti dite:

IO VOGLIO LA FIRMA ENERGETICA!

E’ UN MIO DIRITTO

Le Lobby delle rinnovabili

Ormai tutti ne parlano, tutti li pubblicizzano, tutti li installano. Sono i fenomenali, gli eccezionali, i miracolosi:

PANNELLI FOTOVOLTAICI!

La scoperta del millennio! La fonte rinnovabile che ci farà uscire dalla crisi mondiale! La panacea di tutti i mali! O no?

Cerchiamo di analizzare questo miracolo tecnologico, questo prodigio della Scienza. Supponiamo di voler risparmiare un quantitativo di energia elettrica di 2.500 kWh/anno (che corrisponde al consumo medio annuo di un’unità immobiliare) con due ipotetiche soluzioni:

  • la posa di uno strepitoso impianto FOTOVOLTAICO
  • la semplice e triste sostituzione di lampadine da 60W ad incandescenza con altrettante a basso consumo energetico da 11W

ANALISI ENERGETICA

Nel caso di utilizzo dei mirabolanti PANNELLI FOTOVOLTAICI, nelle condizioni ottimali di esposizione a SUD ed inclinazione, sarà necessario installare circa 18 m2 di pannelli con un risparmio annuo di 2.500 kWh/anno di energia primaria.

FORMIDABILE!

Analizziamo adesso la modesta sostituzione delle lampadine.
Il consumo annuo di 44 lampadine ad incandescenza da 60 W è pari a:
44 lampadine x 60 W x 10 ore di funzionamento giornaliero x 356 giorni = 9.636 kWh/anno.

Nel caso in cui le sostituissimo con altrettante lampadine a basso consumo da 11 W avremmo:
(44 x 11 W x 10 ore di funzionamento giornaliero x 356 giorni) = 1.767 kWh/anno.

Il risparmio di energia sarebbe:

9.636 -1.767 = 7.869 kWh/anno

Ma per alimentare le lampadine dobbiamo utilizzare l’elettricità prodotta da gas metano o dal petrolio, ossia devo utilizzare una energia non rinnovabile e in quanto tale: PRIMARIA.

Una energia che non torna più.

Il vecchio rendimento del sistema elettrico nazionale era del 36%, l’attuale del 41%Pertanto: 7.869 x 41% = 3.226 kWh/anno di energia primaria risparmiata.

Dal punto di vista energetico e, pertanto, di emissione in atmosfera di CO2, i due interventi si equivalgono, anche se quelle squallide lampadine ci fanno risparmiare, rispetto ai meravigliosi PANNELLI FOTOVOLTAICI qualcosa in più; circa 726 kWh/anno.

Dal punto di vista energetico e, pertanto, di emissione in atmosfera di CO2, i due interventi si equivalgono; anche se quelle squallide lampadine ci fanno risparmiare, rispetto ai meravigliosi
PANNELLI FOTOVOLTAICI qualcosa in più: circa 726 kWh/anno.

Ma lampadine derelitte: non vi illudete! Avete vinto solo in primo confronto! Adesso vi vogliamo vedere sul piano dei costi!

ANALISI dei COSTI

Il costo dei divini PANNELLI FOTOVOLTAICI è circa di 16.000 € comprensivo di progettazione, direzione dei lavori, coordinamento in fase di progettazione, esecuzione ed installazione.

Il costo di sostituzione delle miserabili lampadine è:
44 lampadine x (8 €/lampadina) = 352 €

Ipotizzando una durata delle lampadine di circa 6.000 h in vent’anni saranno necessari:
(10 ore x 365 giorni x 20 anni)/6.000 ore) = 12,2 cambi di lampadine in 20 anni.

Pertanto la spesa nei 20 anni sarà:
(costo della prima sostituzione = 352 € x 12,2 sostituzione nei 20 anni successivi) = € 4.294

fici pannelli fotovoltaici costano 11.706 € in più delle NOIOSE LAMPADINE ed inquinano di più!

Ma se qualcuno si accorgesse che i pannelli fotovoltaici sono una bufala, a chi facciamo le nostre carissime consulenze?

Come la prendono le banche che non possono più guadagnare sui convenientissimi mutui che stipulano per la loro realizzazione? E i produttori di pannelli? E i cinesi?

Ma si!
Diciamo che sono fonti rinnovabili…e poi, in fin dei conti, Kyoto e Obama li sponsorizzano.

CONCLUSIONI

Il breve esempio mostra come non funzioni l’equazione: ENERGIA RINNOVABILE uguale risparmio energetico.

Una corretta politica ambientale DOVREBBE in primo luogo essere orientata alla riduzione degli sprechi energetici che, nel presente esempio, sono stati realizzati con la sostituzione di lampadine che consumano tanto con altre che consumano poco.

E dal punto di vista sociale?

La politica energetica del FOTOVOLTAICO farebbe arricchire sia i produttori dei carissimi pannelli, sia le banche che erogano i mutui per eseguire gli interventi, e ciò con i soldi che la collettività pagherà come TASSA nella bolletta energetica.

La riduzione degli sprechi, invece, CREEREBBE lavoro in ITALIA, porterebbe a maggiori abbattimenti dell’ficativamente i costi energetici degli utenti.

Per esempio: la sostituzione, in un edificio di 130m2, della caldaietta esistente con una a condensazone costa circa 3.630 € e riduce la spesa energetica di 10.903 kWh/anno!

Nota:

Per i pannelli FOTOVOLTAICI:

  1. non sono stati considerati i costi di manutenzione e smaltimento;
  2. non è stato coniderata la sostituzione dell’inverter (circa 2.000€);
  3. non è stata considerata la diminuzione della resa nei vent’anni di utilizzo (circa il 20%) L’articolo contiene (volutamente) alcuni errori. Il motivo è spiegato nell’articolo La Firma Energetica – Parte prima